Vite illustri. A Scolpire il Tempo il cinema di Ronconi e Martinelli

A Forlì il 19 e il 26 novembre

12 novembre 2019

L’attrazione tra teatro e cinema è notoriamente irresistibile, soprattutto per gli attori che spesso, anche quando sono volti noti, cercano sulle assi del palcoscenico, di fronte a un pubblico ben più ridimensionato e a costo di lunghe ed estenuanti tournée, il riconoscimento di una voce e un corpo che senza filtri sappiano conquistare, un talento puro certificato a tu per tu dagli applausi in diretta degli spettatori. Ma molti sono anche i casi di teatranti che cercano nel grande schermo la possibilità di esplorare il mondo a cui sono interessati con un altro linguaggio, a volte più intimo, più vicino al reale, con un formato documentaristico.

A questo affascinante rapporto è dedicata la seconda edizione di Scolpire il Tempo, rassegna nata all’interno del progetto di Ibrida Festival delle Arti Intermediali a cura di Vertov Project. Il cinema d’autore protagonista delle due giornate in programma al Cinema Multisala Astoria di Forlì il 19 e 26 novembre alle 21 porta la firma di due grandi maestri del teatro contemporaneo, vale a dire Cesare Ronconi, fondatore con la poetessa Mariangela Gualtieri del Teatro Valdoca di Cesena, e Marco Martinelli, che con l’attrice-autrice Ermanna Montanari condivide la direzione del Teatro delle Albe di Ravenna.

Il primo appuntamento è con Ronconi, che insieme a Martina dall’Ara (documentarista e filmmaker cesenate che ha curato riprese e montaggio) ha realizzato un docufilm prodotto dalla Valdoca intitolato Proprio Destino, presentato in anteprima nell’ambito della rassegna Ciò che ci rende umani 2018 e premiato nel 2019 alla Festa di Cinema del Reale di Corigliano D’Otranto, in provincia di Lecce. L’opera è un mosaico vite d’artisti, nel senso che con interviste filmate tramite un antico banco ottico fotografico, con una particolare tecnica messa a punto da Ronconi stesso, cuce insieme primi piani sulla vita del fotografo Guido Guidi, del regista Romeo Castellucci, del percussionista Enrico Malatesta, di Renato Bruzzi, contadino, e di suo figlio Michele, studioso e musicista, della pianista Livia Malossi Bottignole, della fotografa Chiara Pavolucci.

Di tutt’altro segno, invece, il film di Martinelli prodotto da Ravenna Teatro/Teatro delle Albe, in coproduzione con StartCinema. Se l’interesse in qualche modo è puntato sempre sulla dimensione biografica di uomini e donne eccezionali, nel caso di Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi del regista delle Albe gli occhi sono tutti puntati su una protagonista soltanto, vale a dire la leader della Lega Nazionale per la Democrazia in Birmania e Premio Nobel per la Pace, di cui il film ripercorre, attraverso il racconto-evocazione di sei bambine, i venti anni agli arresti. Neppure in questo caso, tuttavia, si rinuncia alla cornice teatrale (il film d’altronde è nato da un pluripremiato spettacolo della compagnia). Il racconto infatti parte da un magazzino di costumi teatrali in cui una bambina si avventura per condurre poi lo spettatore in un Oriente dai colori sgargianti. Alla straordinaria Aung San interpretata da Ermanna Montanari, si alternano i ritratti burattineschi dei generali-dittatori, dei Nat-spiriti cattivi, dei giornalisti e inviati dell’Onu, dei comici ribelli perseguitati dal regime.

Da non perdere l’occasione, al termine di entrambe le proiezioni, di incontrare gli autori presenti in sala per un dibattito pubblico.