Cannes 71: Papa Francesco. Un uomo di parola

Dietro al progetto eccezionale di Wim Wenders il parmense Andrea Gambetta e la Fondazione Solares

12 maggio 2018

La nostra incredibile epoca ci consente addirittura di vedere un Pontefice attore in un docufilm. Non stupisce che questo Pontefice sia Jorge Mario Bergoglio, grande comunicatore e precursore di tempi. La potenza della sua figura ha catturato Wim Wenders che, in anni di riprese e di incontri, ha realizzato Papa Francesco. Un uomo di parola, documentario che sarà proiettato il 13 maggio a Cannes, come grande evento fuori concorso. Dopo “Il sale della terra”- meraviglioso ritratto umano e sociale di Sebastião Salgado – il cineasta tedesco propone dunque un altro eccezionale racconto di vita, come punto di partenza per riflettere sulla condizione umana. A fianco di Wenders, in entrambi i film, troviamo una realtà tutta parmense, formata da Fondazione Solares e dal suo presidente, il produttore Andrea Gambetta, che abbiamo intervistato alla vigilia della proiezione.

 

Quella di Papa Francesco è indubbiamente una figura molto amata e stimata. Al di là del suo innegabile carisma, che cosa ti ha motivato a produrre questo nuovo, ambizioso, progetto di Wim Wenders?

E’ sicuramente stata un’occasione cinematografica unica e irripetibile, dove, per la prima volta nella storia, un Pontefice vivente e aperto al dialogo come Papa Francesco, poteva illustrare la sua visione del mondo, senza censure né omissioni sugli argomenti, rispondendo alla domande poste dal regista, in maniera diretta e senza filtri. Un progetto che ha coinvolto non solo l’Italia, con la Solares ed il Centro Televisivo Vaticano, ma anche la Svizzera, con Celestes Images, la Germania, con Neue Roads, la Francia con Decia Film, per un documentario realizzato con lo sguardo autoriale di Wenders, da offrire al pubblico credente e non, per riflettere sulla condizione umana, sui suoi dilemmi e sulle sue emozioni.

Il documentario è stato girato in gran parte utilizzando la tecnica di ripresa “direct-to-camera”. Questo dà la sensazione a chi lo guarda di essere interlocutore diretto e non semplice spettatore. Dal Vaticano arriva, del resto, la conferma che si tratta di un film “con” Papa Francesco e non “su” Papa Francesco. Com’è stato realizzato, quanto sono durate le riprese?

Abbiamo lavorato al film quasi cinque anni, con quattro lunghe interviste direttamente con Papa Francesco, girate a Roma in Vaticano, riprese ad Assisi sui luoghi di San Francesco ed un lungo lavoro d’archivio, con materiali inediti dal CTV, ma anche da altre fonti internazionali, oltre a un’elaborata selezione e montaggio delle immagini, negli studi di Berlino.

“Papa Francesco. Un uomo di parola” ti lega nuovamente a Wim Wenders come produttore, dopo il bellissimo documentario “Il sale della terra” del 2014. Com’è nata la vostra collaborazione? Come vi siete conosciuti?

C’è senz’altro una forte affinità elettiva con questo regista e, poi, Solares Fondazione delle Arti ha un’intensa attività culturale multimediale, che si occupa non solo di produzione cinematografica, ma anche di teatro, musica ed esposizioni d’arte. Nel 1997 abbiamo organizzato a Parma una grande mostra fotografica di Wim Wenders, presso la Galleria Nazionale in Pilotta, con una retrospettiva completa dei suoi film e l’incontro dell’autore con il pubblico. Da allora abbiamo sempre collaborato portando la sua mostra d’immagini a Madrid in Spagna, a Salonicco in Grecia, a Lugano in Svizzera e, in Italia a Firenze, a Torino, a Venezia – solo per fare alcuni nomi – oltre ad aver realizzato alcune sue installazioni alla Biennale d’Arte a Valencia, fino alla co-produzione del film su Sebastião Salgado che è stato ideato e pensato proprio qui in Emilia-Romagna, fin dal primo meeting, da noi organizzato, tra i due artisti.

Il film sarà distribuito il 18 maggio. In quante sale si potrà vedere? Quale percorso prevedete dopo la proiezione fuori concorso a Cannes?

Il film sarà distribuito globalmente da Focus Features Universaled e, il 18 maggio, uscirà in cento città degli Stati Uniti, parallelamente in Germania, e poi in Svizzera, mentre per vederlo in Italia e Francia, bisognerà aspettare l’inizio dell’autunno 2018. Poi il documentario verrà distribuito in tutto il mondo.

Hai prodotto alcuni tra i più conosciuti registi contemporanei come Emir Kusturica e Giuseppe Bertolucci. La tua attività è però legata anche a Parma, dove – lo hai già anticipato – ha sede Solares Fondazione delle Arti, di cui sei presidente. Parma si sta rivelando un territorio molto attento alla produzione e alla formazione in ambito cinematografico. Quanto è importante il territorio per il tuo lavoro?

Sicuramente la regione Emilia-Romagna è una terra di cineasti e talenti che nel cinema ha fatto la storia, e sono certo che questo fatto ha ispirato il nostro lavoro; basti pensare a punti di riferimento fondamentali nella nostra formazione come Bernardo Bertolucci, Cesare Zavattini, Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Marco Bellocchio. Poi, qui esiste una rete di collaborazioni continuative, come ad esempio le iniziative realizzate con il Cinema Edison e la Fondazione Cineteca di Bologna, ed anche il lavoro di produzione svolto con la Film Commission, ma anche la rete di alta formazione dei corsi fatti con l’Università degli Studi di Parma.

 

Video

Il trailer del film