Un western senza cavalli
La storia è una di quelle che vale la pena di raccontare: Mauro Mingardi era un artigiano bolognese che, nella sua piccola bottega in Cirenaica, realizzava modelli in legno per industrie della zona come la GD e la Maserati.
Oltre al suo lavoro Mingardi aveva un grande amore: il Cinema.
Il suo non era però un semplice passatempo: in cinquant’anni Mingardi ha realizzato più di quaranta opere tra lunghi e cortometraggi, e ha vinto in tutta Europa decine di premi in festival dedicati a quello che allora veniva chiamato cinema “amatoriale”. Ha scritto, diretto e prodotto western, gialli, film d’avventura, horror e commedie grottesche, film drammatici e sperimentali, trasformando il territorio di Bologna e dell’Emilia Romagna in una piccola Hollywood padana, girando sempre senza soldi, senza pretese professionistiche, servendosi di amici e parenti. Roberto Rossellini lo invita a Roma per fargli intraprendere la carriera di regista professionista. Mingardi però, legato in modo radicale alla sua Bologna, rifiuta. Nei suoi film ritroviamo la città, le abitudini, le mode, le atmosfere e l’evoluzione culturale dei decenni dai primi anni ’50 all’avvento del digitale.
- Data di pubblicazione
- 05/06/2017
- Ultima modifica
- 05/06/2017