1938: quando scoprimmo di non essere più italiani

A Ferrara le riprese del documentario sulle leggi razziali di Pietro Suber e Amedeo Osti Guerrazzi

27 giugno 2017

Perseguitati, persecutori, e testimoni, più o meno silenziosi, di quanto accadde agli ebrei italiani nel periodo fascista delle leggi razziali e delle deportazioni di massa. Sarà coinvolta anche Ferrara nel documentario 1938 – Quando scoprimmo di non essere italiani, docufilm di Pietro Suber e Amedeo Osti Guerrazzi, dedicato alla preservazione della Memoria del ‘900, in vista dell’80esimo anniversario delle leggi razziali del 2018.
Protagoniste cinque famiglie, in varie località italiane che, attraverso capostipiti e discendenti, rivivranno quel periodo doloroso e determinante della nostra storia contemporanea.

Il 29 e il 30 giugno la troupe sarà in città per raccontare la storia di Franco Schonheit, deportato nel 1944 prima a Fossoli e poi a Buchenwald insieme al padre, separandosi dalla madre che fu mandata, invece, a Ravensbruck. Un caso eccezionale, quello di Schonheit, visto che la sua è una delle rarissime famiglie che si sono potute riabbracciare alla fine del conflitto.
L’episodio mostrerà la vita a Ferrara prima e durante le leggi razziali e utilizzerà come location diversi luoghi del territorio che hanno interessato la comunità, come la Sinagoga e la vecchia scuola ebraica di via Vignatagliata dove, tra l’altro insegnò e venne arrestato Giorgio Bassani.

Il documentario, prodotto da Blue Film, è realizzato in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà, e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Comunità ebraica di Roma, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah – MEIS.